La cataratta bianca

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La cataratta è una patologia oculare disabilitante: il cristallino che ci permette di vedere come attraverso il vetro di una finestra si opacizza progressivamente fino a non permettere più il passaggio della luce. Quando le opacità del cristallino diventano molto avanzate, il cristallino può assumere una colorazione bianca che blocca del tutto l’ingresso della luce nell’occhio. Questa condizione patologica viene chiamata cataratta “bianca” e può determinare una grave perdita visiva nei pazienti ed impedire agli oculisti un adeguato esame del segmento posteriore dell’occhio, dove si trova la retina. 

La patologia non è comune e si riscontra in meno del 20% dei pazienti che si presentano in ospedale per l’intervento di chirurgia di cataratta1 

La cataratta bianca è considerata una cataratta matura o ipermatura e rappresenta una sfida per il chirurgo oculista; per questo è importante cercare di diagnosticare il problema precocemente. 

Una parte dei pazienti che sviluppano la cataratta bianca, sono persone che hanno sottovalutato l’importanza della diagnosi di cataratta o il consiglio del chirurgo nel procedere con l’intervento.  

Un’indagine ha rilevato che la paura, le condizioni economiche o la mancanza di un aiuto da parte di un caregiver sono segnalati come ostacoli per l’accesso all’intervento di cataratta e queste barriere purtroppo sono state anche accentuate dal primo lock-down associato alla pandemia da COVID-192. 

Procrastinare l’intervento, inoltre, aumenta i rischi operatori legati ad una maggiore durezza del cristallino: questo perché più la cataratta evolve e più il cristallino si indurisce, si opacizza e si disidrata. 

Ma come ci si accorge di avere la cataratta?

Spesso i sintomi della cataratta vengono confusi con altri problemi; uno dei motivi per cui la diagnosi non arriva in tempo è il fatto che molti pazienti più anziani considerano la perdita della visione una conseguenza dell’aumento della presbiopia. 

I primi sintomi della cataratta non sono facilmente distinguibili, sia perché la zona opacizzata potrebbe essere piccola, sia perché questi vengono talvolta confusi con stanchezza visiva. 

In generale i sintomi più comuni del problema sono:  

la progressiva perdita della vista; 

sensibilità alla luce, gli oggetti illuminati appaiono circondati da aloni; 

riduzione della visibilità notturna; 

vista appannata; 

alterazione della percezione dei colori; 

variazione della miopia, presbiopia, astigmatismo. 

È importante rivolgersi sempre a specialisti qualificati in modo da ottenere una diagnosi corretta e attendibile, evitando quindi diagnosi rapide, effettuate senza strumentazioni adeguate o sufficiente scrupolosità. 

Una volta ottenuta la diagnosi di cataratta, è importante non perdere tempo e sottoporsi all’intervento chirurgico che oggi rappresenta l’unica soluzione definitiva al problema.  

Si tratta di un’operazione breve, sicura e precisa. La tecnica utilizzata nell’operazione di cataratta è la facoemulsificazione, mediante la quale il cristallino opacizzato viene frammentato e rimosso. Nella fase successiva dell’intervento il chirurgo sostituisce il cristallino con una lente intraoculare in grado di restituire al paziente una visione nitida e ricca di colori. Durante questo intervento si possono trattare anche altri problemi visivi: si può correggere la miopia, presbiopia, ipermetropia e astigmatismo, permettendo anche di fare a meno degli occhiali. 

Nella quasi totalità dei casi il cristallino della cataratta bianca precluderà al chirurgo la visione del fondo dell’occhio. La tecnica operatoria è quindi più complessa e una fase cruciale è caratterizzata dalla capsuloressi, perché la perdita di controllo di questa fase potrebbe innescare una serie di complicazioni intraoperatorie. Per capsuloressi si intende l’apertura della capsula che contiene il cristallino3; è un momento cruciale nell’intervento di cataratta bianca e può richiedere un monitoraggio in tempo reale con tomografia ottica computerizzata intraoperatoria.  

La tecnica operatoria è quindi più lunga e richiede una discreta abilità da parte del chirurgo rispetto ad una semplice cataratta; è importante quindi non sottovalutare il problema e non trascurare il decorso della patologia.  

Bibliografia

 

1. Rewri P, Lohan A, Aggarwal S, Chodhary P, Singhal A. Cataract surgical reach: Falling short to catch white cataracts! Indian J Ophthalmol. 2021 Jun;69(6):1575-1578. 
2. Vedachalam R, Yamini K, Venkatesh R, Kalpana N, Shivkumar C, Shekhar M, Haripriya A, Sathya R. Reasons for delay in cataract surgery in patients with advanced cataracts during the COVID-19 pandemic. Indian J Ophthalmol. 2022 Jun;70(6):2153-2157. 
3. Titiyal JS, Kaur M, Shaikh F, Goel S, Bageshwar LMS. Real-time intraoperative dynamics of white cataract-intraoperative optical coherence tomography-guided classification and management. J Cataract Refract Surg. 2020 Apr;46(4):598-605 




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